SOCIAL RIDE DELLE VALLI DI COMACCHIO, questa la proposta di Lucio Fior per un mercoledì di metà ottobre, una gravellata di ben oltre cento chilometri. La gravel, un mondo a me sconosciuto ma che mi ha sempre affascinato, così come il giro proposto mi ha suscitato molto interesse. Ed ecco che viene spontaneo per me e Carlo noleggiare due gravel per aggregarci al gruppo dei veterani del settore, Lucio, Andrea Bettella, Sandro Crivellari, Stefano Cavalier, Fabio Giora e Walter. Immancabile foto di gruppo davanti alla storica Abbazia di Pomposa in una mattinata bella ma fresca. Riscaldamento veloce su asfalto fino a Lagosanto dove ci si rinvigorisce con un caffè e qualcosa di dolce. Svestizione del superfluo e si inizia a fare sul serio su sterrato. Da qui a Comacchio è un attimo. Nella splendida cittadina le poche persone sonnolente ci osservavano come fossimo dei marziani, ma è innegabile che il nostro vivace gruppetto arancio azzurro non poteva passare inosservato. Vagare fra i suoi ponti e lungo i sui canali è stato davvero entusiasmante. Ma la vera poesia inizia quando si costeggiano la salina e la laguna di Comacchio, dove veniamo accolti da colonie di uccelli acquatici e dagli eleganti fenicotteri rosa che qui vi trovano rifugio. Incantati da tanta bellezza giungiamo al cancello dell’Argine degli Angeli, una affusolata striscia di terra lunga circa sette chilometri che si inoltra nella laguna. Qui sono partita in testa al gruppo, con la sensazione così di essere sola in mezzo a tanta bellezza. Pedalare, quasi volare in mezzo all’acqua mi ha regalato un’impagabile senso di libertà, sembrava di essere in una favola. Emozione allo stato puro. Nel prosieguo della pedalata, la riserva ci ha regalato altri panorami magici, come il Casone Donnabona, avvolto da un alone di mistero. Altri svariati chilometri, tutti percorsi controvento, ci conducono al Ristoro, un piccolo locale situato nel cuore delle Valli di Comacchio presso la stazione di Foce, ove ci siamo abbandonati ad un po’ di relax, a quattro chiacchere e ovviamente a delle piade spaziali. Con calma si riprende il viaggio e dopo molteplici chilometri si attraversa la spettacolare Pineta del Lido di Volano, ove abbiamo fatto uno straordinario incontro con alcuni daini dall’atteggiamento austero e con numerosi cerbiatti. Con il cuore colmo di emozione per tanta magnificenza, termino la mia prima gita in gravel. Centododici chilometri di emozioni in compagnia di una combriccola eccezionale.

Che dire, esperienza gravel decisamente da ripetere!

Olly

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