Il rientro da un viaggio intenso ha sempre un sapore agrodolce. Il piacere di riabbracciare familiari ed amici ha un retrogusto nostalgico quando si ripensa alle giornate appena trascorse lontano.

Il viaggio in Marocco in bici gravel appena concluso non fa eccezione: è piacevole tornare a dormire nel letto di casa, bere una birra e mangiare un panino con la soppressa, ripristinare una routine che tra qualche settimana sarà già noiosa, ma resta l’idea di voler ancora essere lì, scoprire di più, conoscere più a fondo, vivere altre emozioni e relazioni.

Ma, sicuramente, resteranno nei ricordi quei paesaggi lunari, brulli e sconfinati dell’Alto Atlante marocchino. Non dimenticheremo quegli sguardi nomadi di volti senza nome, pungenti e sereni, talmente profondi che si rischia di perdere la bussola nel deserto berbero.

Non voglio fornire informazioni utili sulle tappe, percorrenze e dislivelli, punti d’interesse, strutture e servizi … non sempre all’altezza delle nostre consuetudini. Mi voglio limitare a raccontare la magia che abbiamo vissuto, senza essere “epico”, prima che il trascorrere inesorabile del tempo cancelli i ricordi più vivi e veri del nostro Marocco in bicicletta!

Il Tizi N’Ticka (Valico dei Pascoli) – non c’è magia senza un po’ di autentica fatica! – E allora, non facciamo in tempo ad uscire da Marrakech che siamo già con il naso sollevato in alto … si sale! La magia del Tizi N’Ticka ci arriva addosso quasi immediatamente. Prima solchiamo lente e dolci colline su cui la strada serpeggia tra campi color ocra; poi arranchiamo su fino al cielo, arrotolandoci come serpenti in calore sui pendii, percorrendo una strada trafficata da camion stracarichi e, infine, “godiamo” per lo scollinamento in direzione Ait ben Haddou.

La Magia delle Oasi desertiche – Ouzarzate-Taznacht-Taliouine-Oulad Berhil … nomi che evocano fiabe da mille e una notte! – Attraversiamo gli ultimi baluardi prima di addentrarci nel deserto più severo. La vallata che ci permette di scavalcare l’Atlante è un trionfo di rossi paesaggi da set cinematografico … quanti ne vedremo! L’escursione termica tra giorno e notte continua a meravigliarci anche ad Ouzarzate da dove, dopo essere stati riarsi dal sole di Taznacht e Taliouline, arriviamo a Oulad Berhil, laddove -grazie a una location degna di veri Pascià- possiamo comprendere perché la frescura dal sole cocente e dal vento implacabile sia un “dono” impagabile!

Il Tizi n’Test – ovvero quando ti puoi permettere un “salto” di 1.700 m con una pendenza media del 4% (il sogno di ogni ciclista!). Il percorso è una vera avventura attraverso i paesaggi del Marocco. Percorrendo questa strada tortuosa di quasi duecento chilometri che ci ha riportati a Marrakech siamo tornati ad affrontare le montagne, dove ogni curva rivela un panorama nuovo. Questa strada, stretta e poco frequentata, non è per i deboli di cuore. Ci vuole cautela, soprattutto a causa delle sue dimensioni ridotte e dai danni provocati dal recente terremoto, che la rendono inadatta ai veicoli pesanti. Ciononostante, ai viaggiatori intrepidi, offre una spettacolare traversata delle montagne dell’Atlante, respirando l’aria fresca di montagna e la promessa di avventura che si diffonde nell’aria.

Concludendo, prendo a prestito le parole di “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” di Robert M. Pirsig: se fai vacanze in bicicletta le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina sei sempre in un abitacolo e non ti rendi conto che tutto quello che vedi dal finestrino non è che una dose supplementare di uno schermo (TV, PC, Tablet, cellulare). Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto, talvolta noiosissimo, dentro una cornice. In bici la cornice non c’è più, hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei più uno spettatore, sei attore protagonista nella scena.

Allora, buone pedalate a Tutti!!!

Marcello Cavaggion

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