Adventurosi alla Roc D’Azur – resoconto di Antonio del Giudice “La mia Roc”
Arrivata da Antonio Del Giudice
La mia Roc
Che dire, riassumendo è il massimo. Cinque giorni di relax, adrenalina, amicizia e sport.
Erano mesi che attendevo questo evento e finalmente giovedi 5 ottobre è arrivato. Caricati i due camper, messi gentilmente a disposizione da Moreno e Stefano, con le nostre fidate due ruote siamo partiti alla volta di Frejus, dove si tiene ogni anno la Roc d’Azur uno degli appuntamenti più importanti per i biker delle ruote grasse e non solo.
Deciso di fare una tappa intermedia, ci siamo fermati a dormire in un autogrill prima di Ventimiglia.
Venerdi mattina, di buon’ ora una bella colazione, caffè e via, per raggiungere il prima possibile la nostra agognata meta. Arrivati al campeggio, piazziamo i camper, mangiamo qualcosa e ci dirigiamo praticamente subito a Base Natur, dove è allestito il “parco divertimenti”.
Nonostante i severi controlli (la paura di attentati si fa sentire) la voglia di stare assieme non manca e infatti il campo è pieno. Migliaia di persone che affollano gli stand dei brand più e meno noti. Esibizioni di bmx con evoluzioni che lasciano a bocca aperta. Campo prova ecc… Ce n’è veramente per tutti i gusti.
Ritirati i pettorali ci fiondiamo subito anche noi nella mischia tra uno stand e l’altro. Non sai veramente dove guardare tante sono le cose. Carichi di energia rientriamo al campeggio per la meritata cena e riposo. Domani si affronterà qualche salita per provare il percorso e i mezzi
Sabato mattina sveglia tranquilla, oggi usciremo in tarda mattinata, la temperatura è perfetta. Non c’è bisogno di manicotti e gilet. Tenuta estiva, sembra primavera inoltrata.
Ci dirigiamo verso la prima salita, la strada è chiusa per il sovrapporsi di una delle gare, ma noi aggiriamo il tratto chiuso e ci immettiamo sul sentiero. Pian piano si sale, la pendenza aumenta, ma le gambe girano tranquille. So che questo domani sarà solo l’inizio. Gli altri spingono di più (hanno veramente un’altra marcia), parte qualche rilancio. Dopo un’oretta e mezza di sgambata decidiamo di rifocillarci con una bella birra in un bar in riva al mare, ai bordi del percorso. Passano quelli con i tandem. Sono spettacolari, domani toccherà a noi.
Finalmente il grande giorno. Nonostante la mia partenza è prevista alle 11 la sveglia è comunque prestino. Colazione abbondante in vista della grande fatica e l’adrenalina inizia a salire. Manca ancora qualche ora ma la tensione la sento. E’ un po’ che non provavo queste sensazioni.
Soliti in bocca al lupo e Moreno, Federico e Nicola si portano alla partenza. Loro partiranno prima di me.
Arriva il mio turno. Con Stefano e Nicola, ci dirigiamo alla partenza l’emozione sale sempre più. Ultima foto e ci portiamo in griglia. La nostra batteria va da 1200 a 1800. Qui si parte 600 alla volta. E’ impressionante, un fiume di gente.
Tocca alla nostra batteria, ci portiamo vero la linea di partenza, lo speaker incomincia a scherzare in francese. Non capisco niente ma non importa, ci siamo. Passano gli ultimi minuti, la tensione sale, lo speaker ci carica, tutti con le braccia in alto, cori di incitamento, l’elicottero che si abbassa per le riprese e VIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA. Si parte, una nuvola di polvere, non vedo niente ma le gambe girano bene. Ne passo diversi e mi porto avanti. Arriva la prima salita, la affronto con calma ma deciso. La conosco, l’ho provata ieri. Non così la prima discesa, tecnica, impegnativa. Ti mette alla prova.
I km si snocciolano uno dietro l’altro e arriva col de Bougnon, un passaggio importante. Fatta questa salita il resto saranno tutti strappi corti. La gente incita, molti scendono, non mollo. Arrivo in alto e tiro il fiato. Al terzo ristoro mi fermo, ho bevuto poco (ho sbagliato a preparare i sali, faccio fatica a berli). Trangugio velocemente delle marmellatine e tre bicchieri d’acqua. Riparto verso l’ennesima discesa tecnica e NOOOOOOOOOOO. Sento che la ruota dietro si affloscia. Mi fermo, tiro fuori il fast e lo sparo tutto dentro. E’ tagliata vicino al cerchione, perde un sacco. Tengo un dito sul taglio e dico una preghiera. La perdita dopo un po’ si arresta e riesco a ripartire. A dieci chilometri dal traguardo sento nuovamente che la ruota mi abbandona. Bomboletta di CO2 e riparto, fatica a tenere ma ho deciso che all’arrivo ci arriverò, a costo di farlo a piedi. La T-shirt del finisher sarà mia. Telefono ai ragazzi e li avviso che farò tardi. Mi aspettano in spiaggia per darmi supporto ed eventualmente anche una bike di ricambio per finire. Decido però che la mia compagna a due ruote taglierà il traguardo con me. Mi ha portato fino a qui e finiremo assieme. Ondeggia sulla ruota dietro sgonfia come fosse ubriaca ma ormai mancano pochi chilometri all’arrivo, ne sento quasi il profumo. Ed ecco il campo di partenza e l’arco di arrivo. E’ fatta, la mia T-shirt ed una birra gelida che toglie arsura e polvere mi attendono.
Roc, è fatta. L’appuntamento è rinnovato per l’anno prossimo
Domani si rientra alla realtà, ma oggi ancora no.
Protagonisti: Antonio Del Giudice, Mora Moreno, Artuso Nicola, Casalini Federico, Stefano e Nicola Friso (i Frisi per gli amici)
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